di Rossella Quitadamo
Gigi Cifarelli in concerto. Cosa posso dire che non sia stato già detto e ripetuto più volte su questo grande artista e soprattutto su questa splendida persona? cos’altro posso aggiungere io fortunata fruitrice di tutta la passione e dell’impegno di una vita? Ogni parola spendibile è stata già spesa, anche qui su questa pagina.
D’altronde quello del 12 gennaio, nella rinnovata cornice del Ponte Vecchio, è stato un ritorno che definire gradito suona troppo formale, troppo distaccato e asettico quando si parla di Gigi Cifarelli. In realtà tutti, dal lungimirante presidente Giancarlo Alfani a noi semplici ascoltatori, siamo orgogliosi che un artista come lui sia tornato a suonare in e per questa giovane ma ambiziosa realtà che è il Nuovo Kabala, perché il Cifa è uno che “va dove lo porta il cuore” e se nel suo grandissimo cuore -che lui regala ogni volta che fa musica- c’è un posticino anche per il Kabala di Pescara vuol dire che la strada che abbiamo cominciato a percorrere è quella giusta
Non c’erano l’ansia della novità e l’incognita della sorpresa ieri sera ma soltanto certezze: la certezza di sentire dell’ottima musica e di entusiasmarci di fronte alla sua bravura, ovviamente, ma anche la certezza di ritrovare il suo calore, l’umanità e quella sua particolare capacità di farti sentire un’amica speciale, anche se ci dividono un palco e anni luce di ignoranza musicale (la mia) e caparbia professionalità (la sua).
Raccontare di brani splendidamente eseguiti -da “Roma non fa la stupida stasera” a “Estate”-, di fantastici assoli -addirittura l’Inno di Mameli- e di interpretazioni convincenti è riduttivo per la serata di ieri, poiché Cifarelli sulla capacità musicale, che lui considera un dono della vita, ci ha lavorato con passione, studiato con dedizione fino a forgiarne uno strumento in grado di comunicare non la musica ma se stesso attraverso di essa.
“Per me è molto importante sentire la mia energia rimbalzare da qualche parte e ritornare” dice Gigi in una intervista per Jazz Italia “perché il piacere di suonare si concretizza nel momento in cui faccio stare bene gli altri e di conseguenza anche me stesso. Naturalmente questo, rimanendo coerente con ciò che mi appartiene e racconta di me stesso quindi sinceramente e onestamente”
Ed ancora: “Gli stimoli di cui parlo io quali sono? Sono quelli che hai quando fai una cosa mettendoci il tuo amore, la tua anima e queste cose escono, funzionano, sono belle, la gente le ama e ti emoziona emozionandosi…che meraviglia! Io non ho mai chiesto niente altro che di poter suonare e stare con gli altri per queste cose”
Un’energia positiva, un’emozione travolgente, una valanga di simpatia che Gigi ha trasmesso attraverso le sue battute, la sua chitarra, la sua splendida voce e la bravura dei brillanti compagni d’avventura che si è scelto per la serata. Insieme a lui sul palco, a fare gli onori di casa c’erano i musicisti che sono il fiore all’occhiello del Kabala: un graffiante Maurizio Rolli, che ha raccolto ogni sfida lanciatagli dal Cifa, un impeccabile, elegantissimo Angelo Trabucco, particolarmente romantico ieri alla tastiera, e un ispirato e scatenatissimo Danny Manzo che ha dato tutto se stesso alla batteria.
Dopo il bis c’è stato il ri-bis e anche dopo che il Boss è salito sul palco per i consueti saluti finali Gigi ha ripreso in mano la chitarra e ha ricominciato a suonare: “Qui a Pescara la serata finisce troppo presto per me! Fermatemi voi perché io continuerei tutta la notte” Applausi, applausi e ancora applausi a non finire da una sala gremita fino al limite delle sue capacità
Grazie ragazzi di averci contagiato con la vostra passione, di averci travolto con la vostra vitalità, di averci inondati di emozioni, grazie di averci fatto stare bene!
Ed ora non ci resta che ingannare il tempo e aspettare con ansia il prossimo magnifico giovedì del Kabala: Simone Pacelli Spoketeat, saranno addirittura in otto!