Giovedì 27 febbraio, presso il jazz club pescarese, la storica band abruzzese, presenterà l’ultimo lavoro discografico, “Non Aspettare”
Un sguardo disincantato, acuto, mai banale e decisamente poetico quello degli Uscita Nord una formazione che descrive la quotidianità attraverso la musica. Un percorso che trae linfa dal vissuto e si eleva a fantasia. Il racconto che ne consegue è ironicamente malinconico, ma particolarmente vivace grazie ad un linguaggio jazz dalle mille sfumature, con colori sempre diversi, a volte a tinte latine, altre con declinazioni rock e popolari.
Gli Uscita Nord, ossia, Marco Belisario (voce), Marcello Malatesta (pianoforte e tastiere), Angelo Albano (basso elettrico), Sergio Malatesta (batteria), Mauro De Federicis (chitarra) saranno al Kabala, giovedì 27 febbraio, per presentare il nuovo lavoro discografico edito dalla Wide Production, “Non Aspettare” (inizio concerto ore 20.45 presso il Caffè Letterario in via delle Caserme a Pescara, ingresso riservato ai soci, info e prenotazioni 085 64243; 347 2410622; 393 3327289).
Una serata dove le parole sposano la musica in un incontro davvero speciale “Non è mai bello catalogare – dice Marco Belisario – ma in effetti molti definiscono il nostro genere cantautoriale, la parte che riguarda i testi ha una grande importanza, si tratta di quasi tutte mie composizioni, mentre su alcuni brani c’è la grande penna del poeta Giancarlo Sputore che mi fornisce sempre moltissime idee. Il primo brano del cd che presentiamo questa sera è autobiografico, ho coniato infatti un termine, – imprendautore – per il resto sono sempre spunti di vita vissuta, mi piace osservare la realtà, le persone, ho il mio piccolo registratore sempre con me, sono storie che vengono da ambienti diversi, vite diverse, è il mio taccuino di viaggio in musica”.
Tornando alla musica, appunto, quali sono le sonorità predilette dagli Uscita Nord? “La nostra formazione ha una lunga storia alle spalle, nei fatti siamo un gruppo storico abruzzese, nato nei primi anni 90’ come band fusion. Poi c’è stata un’evoluzione, anche se quell’anima fusion ce la portiamo sempre dietro”.
Imprenditore del settore moda e musicista. Quanto è difficile dividersi tra queste due attività? “Non lo nascondo, avrei voluto fare il musicista per vivere, nel corso degli anni ho constatato che la cosa non era possibile, ma la scelta dell’imprenditoria non è stata certo un ripiego. Diciamo che ora posso fare quello che voglio, nel momento che decido e senza assilli, sono contornato poi da artisti che vivono solo di musica e questa cosa mi arricchisce parecchio. Purtroppo in Italia la cultura viene considerata un aspetto di contorno, marginale, invece l’artista deve essere rispettato per quello che è, trasmette cultura, contribuisce a produrre reddito. La cultura è produttiva”.