Ovvero riuscire a dimostrare personalità e carattere rispondendo a domande di una banalità disarmante
di Rossella Quitadamo
Se giovedì scorso navigavamo in un fiume di grande portata che scivolava tranquillamente ormai in vista della foce, lì dove l’acqua dolce del talento si mischia al gusto salmastro del successo, ieri sera siamo risaliti controcorrente. Siamo arrivati fino alla fonte dove quel corso d’acqua è ancora un rivoletto turbolento che gorgogliando cerca la sua strada tra i sassi. Ovviamente in questo viaggio non abbiamo corso nessun pericolo perché il Kabala rimane sempre nella rotta della qualità senza paura di finire nelle secche del banale e dello scontato.
Un salto generazionale, dunque, un’altra forma di gioventù, meno esperienza, meno consapevolezza, meno fama, meno “mestiere”, meno tantissime cose tranne il talento. Tutto il resto arriverà: gli allievi della E.M.I. di Giuseppe Continenza scaveranno il loro letto nella roccia con la forza della dedizione e l’energia dei loro sogni. Cominciate pure a costruire i vostri vascelli perché questi “ragazzi” diventeranno i limpidi fiumi che navigheremo negli anni a venire. Se saranno lunghi come il Mississippi o brevi torrenti poco importa, ad ogni goccia interessa solo arrivare al proprio mare
Potevo resistere ad assaggiare un sorso d’acqua pura? Certamente no! Ecco le mie 15 domande a due giovani artisti che sono saliti sul palco del Caffè Letterario ieri sera: Francesco Papocchia, 20 anni, di Montalbano Ionico (Mt) studente universitario e allievo al secondo anno dell’European Musician Institute e Carlo Minnucci, 21 anni, pescarese, studente universitario e designer, anche lui al secondo anno del corso di chitarra della scuola di Giuseppe Continenza
Chi butti giù dalla torre i Beatles o Mozart?
Francesco: Mamma mia che domanda! Ma è seria questa cosa? … parliamo sempre di “scienziati” della musica …comunque sacrificherei Mozart e solo perché trovo più vicini i Beatles, pur non avendo vissuto nella loro epoca.
Carlo: Che domandona! Per i tempi che corrono salverei i Beatles: hanno dato le basi per la musica leggera, dunque sono più vicini all’orecchio dei più. Per il mio gusto personale invece, essendo nato come pianista, preferirei Mozart
Perché proprio la chitarra?
Francesco: ho iniziato a fare musica suonando la tromba nella banda del mio paese, ma non mi piaceva suonare non tanto quello strumento quanto in quel tipo di contesto; ho “incontrato” la chitarra quasi per caso: in 5°elementare ho vinto un concorso e ho studiato chitarra classica per tre anni, poi al terzo anno ho ricevuto in regalo la mia prima chitarra elettrica
Carlo: suono la chitarra perché è uno strumento “portatile”, con cui puoi fare musica dovunque. E’ una passione nata quasi per gioco dalle prime strimpellate con gli amici, dapprima solo canzonette poi via via qualcosa di più; è un amore cresciuto a poco a poco fino ad arrivare alla necessità e alla voglia di imparare a suonarla seriamente, sperando di avere una chance nel futuro, un’opportunità.
Quante ore studi al giorno?
Francesco: Due o tre ore
Carlo: non riesco a quantificarle, sicuramente almeno metà giornata, considerando che ho quasi sempre la chitarra in mano, anche quando guardo la TV
Cosa preferiresti fare durante la giornata invece di studiare musica?
Francesco: Non so, ho sempre avuto tante cose da fare, non sono mai stato il tipo che andava a zonzo con gli amici. Lo studio della musica è una cosa che non mi pesa, non più, anzi ne sento proprio il bisogno
Carlo: Studiare musica non è una costrizione per me, anzi è un’evasione. La domanda giusta sarebbe al contrario: cosa farei tutto il giorno se non avessi la chitarra?
Come ti diverti?
Francesco: Mi piace incontrare gli amici, fare due chiacchiere davanti ad una birra, conoscere qualche ragazza, magari qualche volta fare una “zingarata”…
Carlo: Mi ritengo un ragazzo un po’ atipico perché la mia idea di divertimento non è quella di uscire a far baldoria qui a corso Manthonè o andare in discoteca. Preferisco riunirmi con gli amici a fare musica o andare in locali più raccolti dove c’è musica di qualità e poi fare tanto sport.
Quale persona famosa vorresti conoscere e cosa gli vorresti chiedere
Francesco: Dante Alighieri, per chiedergli come ha fatto a scrivere il suo capolavoro
Carlo: Tra le tante persone che vorrei conoscere una è sicuramente il chitarrista John Mayer per chiedergli come è riuscito ad emergere con i suoi pezzi chitarristici in un’epoca in cui i suoni del sintetizzatore e delle tastiere la fanno da padrone. Poi ci sono i mostri sacri come Jimi Hendrix, Wes Montgomery, Chick Corea… Ma questi non saprebbero spiegarmi i segreti della loro bravura perché ci sono nati, hanno doti naturali e poi …non oserei nemmeno immaginare di essere faccia a faccia con uno di loro, potrei solo stringergli la mano e dirgli: ”sei fantastico, sei un dio!”
Vorresti essere la prima persona a fare…
Francesco: Vorrei essere la prima persona a mettere a posto le cose nel Mondo
Carlo: Non mi voglio pensare in situazioni impossibili. Ho dei sogni in testa, vado per la mia strada ma so che ci sono persone che hanno già fatto ciò che voglio fare io e che dopo di me ci saranno altri che faranno meglio di quanto ho fatto io. Cerco di studiare il più possibile ciò che mi appassiona per dare il meglio di me stesso, poi quello che verrà, verrà
Preferiresti una carriera breve ma sfolgorante o minor fama ma più duratura?
Francesco: Ti direi breve ma sfolgorante: oggi chiunque può diventare famoso, ti basta apparire in TV e non ci vuole molto, in televisione bene o male ci finiscono tutti. Ma una volta conquistato il successo è duro continuare a mantenerlo, perché è molto più difficile rimanere famosi che diventarlo
Carlo: Nessuna delle due perché, ora come ora, non mi interessa il successo. Se diventerò famoso è perché starò facendo qualcosa che mi piace e l’amore che metto nel fare quella cosa verrà riconosciuto ed apprezzato anche dagli altri. D’altra parte tutti i più grandi lo sono e lo saranno sempre perché hanno messo l’anima nel loro lavoro, non sono idoli vuoti che cadono nell’arco di una stagione
Credi nel destino?
Francesco: Assolutamente sì!
Carlo: Sì, abbastanza. C’è qualcosa di scritto, di prestabilito ma poi molto dipende dalla nostra volontà. Per me non ci sono persone più intelligenti di altre, ma solo persone che hanno più volontà di altre.
Credi nella fortuna?
Francesco: Certo!
Carlo: Nella fortuna un po’ meno visto che… non sono tanto fortunato! Ma come dice un economista: la fortuna è il giusto equilibrio tra richiesta e preparazione
Hai qualcosa che reputi il tuo portafortuna?
Francesco: No, non ho nessun oggetto in sé , solo cose che mi ricordano persone “speciali”
Carlo: Ne ho tanti che scelgo a seconda delle giornate: sono braccialetti e collane regalatemi da persone care. Una cosa a cui tengo moltissimo è la medaglietta militare del mio papà che non c’è più, la indosso per averlo sempre vicino
Che tipo di musica suonerai?
Francesco: una musica capace di comunicare qualcosa di me…perché la musica deve parlare di chi la scrive a chi l’ascolta; fino a che non sarò in grado di farlo non mi riterrò un vero musicista
Carlo: Sarà molto particolare perché amo accostare generi molto diversi tra loro. Speriamo che oltre che a me piacerà anche agli altri!
Com’è Giuseppe Continenza come insegnante?
Francesco: Un personaggione! Bravo insegnante, bravissimo musicista, una persona simpaticissima e allegra; e poi ha sempre la parola giusta per ogni situazione
Carlo: Ha un bellissimo carattere, è una persona come poche… ce ne fossero di persone come lui!
Cosa pensa di te il tuo insegnante di musica?
Francesco: Eh! che sono una testa di … perché non mi applico: dovrei studiare molte più ore
Carlo: Che dovrei studiare di più!
Nella tua vita cosa viene prima della musica?
Francesco: Le persone, gli affetti. Li antepongo persino alla musica, e questo forse non sempre va bene.
Carlo: Solo gli esami universitari prima della sessione di esame e nemmeno sempre! Ad esempio questa mattina ho sostenuto un esame e ieri sera alle 22 stavo suonando la chitarra. Non c’è per ora niente di più importante della musica, eccetto ovviamente la famiglia. Per lei sacrificherei tutto, anche la musica.