di Rossella Quitadamo
Giuseppe Continenza, Dominique Di Piazza, Riccardo Ballerini, Massimo Manzi: un quartetto stellare di cui non c’è bisogno di elencare i meriti e le collaborazioni internazionali ha avuto il compito -non dico l’onore perché quello è stato tutto nostro- di chiudere in bellezza la stagione 2013 del Kabala. Non è stato difficile per quattro artisti del loro calibro deliziare e stupire il pubblico, regalargli le ultime grandi emozioni e un ricordo piacevolissimo da centellinare fino al prossimo ciclo di concerti.
La scaletta che ha previsto splendidi standard jazz era quella giusta per creare l’atmosfera festosa di un traguardo raggiunto felicemente, anche se poi, in realtà, ciò che ha risuonato ieri sera tra le pareti di Ponte Vecchio è la musica personale che di volta in volta fluiva dall’anima dei musicisti attraverso i loro strumenti: una trasfusione di emozioni che il pubblico del Kabala, ormai esigente ed allenato, ha apprezzato e ricambiato con tutto il calore e la partecipazione che solo un jazz club può fare.
Dalle più dolci e romantiche ballad al groove incalzante dei brani più energici, alternandosi in preziosi assoli e duetti, il quartetto ha giocato raffinatamente intorno al tema principale di ogni pezzo, esaltato ora dalla particolare espressività del basso di Dominique Di Piazza, ora dall’appassionata voce della chitarra di Giuseppe Continenza, ora dalla spumeggiante inventiva di Riccardo Ballerini; tutti e tre sempre splendidamente supportati da Massimo Manzi che ha saputo modulare la sua batteria dallo sfarfallio leggero all’esplosione ritmica con eleganza e fantasia.
Con il bis che ha concluso il secondo set i quattro musicisti hanno riconsegnato virtualmente le chiavi del talento nelle mani di Giancarlo Alfani e Remo Firmani: a loro il compito di organizzare il prossimo ciclo di concerti per riempire di note i freddi giovedì del futuro inverno, ma per quello c’è tempo, ora è giusto brindare a questa stagione appena conclusa con successo e tracciare un bilancio più che positivo.
Quanti modi di fare jazz esistono? Tanti quanti le persone che lo suonano, anzi tanti quante sono le occasioni per suonarlo e il Kabala ha voluto proporceli tutti: ogni giovedì un aspetto di questo universo che è come un diamante dalle mille sfaccettature ognuna delle quali emana bagliori variopinti che ti rapiscono il cuore e rallegrano l’anima.
L’alto livello qualitativo delle proposte musicali del Kabala è stato colto e apprezzato da un numero sempre maggiore di persone che si è via via appassionato a questo progetto sostenendolo come pubblico o come sponsor. Abbiamo avuto modo di conoscere splendide persone, disponibili ed entusiaste: artisti già ampiamente affermati o ancora agli esordi, ognuno con il proprio particolare modo di essere e di fare musica ma tutti, senza eccezione, di grande levatura umana e professionale e soprattutto animati da una grandissima passione per il proprio lavoro.
Ogni concerto è stata una esperienza fantastica in cui tutti hanno contribuito con qualcosa di importante: l’accoglienza o il proprio impegno, il know how o le proprie capacità economiche, il talento o un ascolto attento e concentrato ed ognuno ha ricevuto in cambio emozioni: il brivido di un assolo appassionante o l’entusiasmo di un applauso caloroso. Ogni giovedì è stata un’occasione di condivisione e familiarità in nome della musica, una comunione che non è rimasta confinata nello spazio e nel tempo di un concerto ma proseguirà nel ricordo dell’esperienza vissuta insieme, non importa se davanti o dietro le quinte, sul palco o di fronte ad esso.
Dare e ricevere, condividere esperienze ed emozioni, costruire ricordi comuni, stima, amicizia: non è forse questa la cultura?