Vivacità e dinamismo hanno caratterizzato uno degli ultimi giovedi della stagione 2012 con l’Accademy del Kabala. Ad avere l’onore e l’onere della serata sono stati i migliori allievi del corso superiore dell’Accademia Lizard di Pescara diretta dal chitarrista Gianni De Chellis. Nelle sue sedi sparse su tutto il territorio italiano, la Lizard si propone di creare un diploma di alto prestigio, alternativo a quello dei Conservatori di Stato, con un insegnamento mirato alle aspettative e alle potenzialità di ogni singolo allievo.
Il mondo musicale è cambiato radicalmente con la diffusione della tecnologia: se prima erano le case discografiche a scegliere e a decretare il successo di un artista, oggi chiunque può promuovere se stesso sul web e da lì muovere i primi passi verso la notorietà. Diffusione capillare, democraticità e facilità di accesso però hanno anche un risvolto negativo: la sovrabbondanza dell’offerta che rende difficile trovare tra la generale mediocrità chi ha veramente talento e personalità. In questo modo, per chi ha davvero qualcosa da dire, è certamente ancora più difficoltoso farsi ascoltare.
La mission della scuola Lizard è quella di formare musicisti in grado di trovare lavoro fin dal giorno del conseguimento del diploma; cito testualmente quanto affermano nel loro sito: “nessuna aspettativa dell’allievo deve rimanere delusa se i suoi stessi insegnanti, incoraggiandolo a diplomarsi, lo hanno spinto a coltivarla. La scuola, i docenti e i programmi devono fare di tutto affinché i diplomati Lizard siano sempre tra quei migliori che riescono a lavorare e a farsi apprezzare anche in un mondo musicale difficile”
In questo “fare di tutto” sicuramente quella di offrire un palcoscenico è una opportunità eccellente, uno strumento prezioso per la crescita e lo sviluppo del talento. La scossa che dà una esibizione dal vivo è impagabile, il calore di un applauso è un riscontro molto più diretto delle proprie capacità rispetto a contare il numero di ascolti o di visite sul web; il fatto di stare su di un palco da solo con la propria musica e sapere di non poter sbagliare mette addosso una carica che nemmeno 1000 “mi piace” possono regalare.
Dunque ieri sera abbiamo conosciuto i batteristi: Antonio Di Vello, Daniele Fabiano e Lorenzo Faiazza; i bassisti Giuseppe Ciullo e Matteo Teodoro; la chitarra acustica di Davina Marinozzi e quelle elettriche di Matteo D’Ambrosio, Dafne De Iuliis, Mattia De Luca, Federico Di Basilico, Stefano Di Nardo Di Maio, Margherita Di Peco e Francesco Rapacchiale; ed infine i cantanti: Mauro Aspite, Stefano Gaspare, Daria De Petris, Silvia Di Giacomo, Tania Di Giovanni, Manuela Genovasi e Giulia Travali. Tutti loro hanno incontrato noi, il pubblico, forse più benevolo di un esaminatore ma al tempo stesso più esigente, perché chiede di essere coinvolto emozionato, divertito, stupito, in altre parole richiede la tua anima.
Il tramite ovviamente è stata dell’ottima musica scelta tra i migliori brani di musica pop di artisti italiani e stranieri. Le band che hanno messo a ferro e fuoco il Ponte Vecchio, con un ritmo ed un volume dal quale non ci si poteva che lasciare travolgere, si sono alternate ad assoli dei giovani cantati la cui voce ci ha fatto rabbrividire in tutta la sua potenza, accompagnata solo dalla tastiera o dalla chitarra dai loro maestri, Abramo Riti e Giulio Galli.
Per una volta vorrei elogiare proprio gli insegnanti, quelli della Lizard che ieri sera hanno incoraggiato e sostenuto i loro pupilli ma anche quelli che hanno presentato i loro allievi nelle altre serate Accademy: non dimentichiamo che sono prima di tutto dei professionisti della musica, grandi artisti che hanno anche il dono di saper trasmettere agli altri le loro capacità e soprattutto hanno la generosità di coltivare e sviluppare il talento altrui.
Per più di due ore presentati dalla voce di Lidia Conte, la loro insegnante di canto, si sono alternati sul palco giovani e giovanissimi artisti, che hanno dato il meglio di sé e non è poco perché di talento ne hanno davvero tanto, unito alla grinta e alla giusta determinazione. Se inizialmente la trepidazione e l’emozione erano palpabili, poi una volta immersi nella musica è stato solo entusiasmo, energia e vitalità quello che ci hanno trasmesso: sintomo che credono nelle proprie capacità perché qualcuno ha scommesso su di loro, i loro maestri.
Da ieri sera insieme ai docenti c’è qualcun altro che crede in loro, il pubblico del Kabala trascinato dalla ventata di freschezza di una notte esuberante colorata a tinte vivaci.