Ovvero riuscire a dimostrare personalità e carattere rispondendo a domande di una banalità disarmante
di Rossella Quitadamo
Un organo hammond che avrebbe suonato anche senza corrente tanto erano elettriche le dita di Alberto Gurrisi, una batteria che faceva scintille sferzata dalle bacchette di Amedeo Ariano, il sax di Max Ionata capace di insinuarsi fin nelle più recondite cellule e permearle di note corrosive, la sala del Caffè Letterario satura della voglia di divertirsi: la miscela era già di per se pericolosa. A far da detonatore un Gegè Telesforo la cui voce “suona” magicamente qualsiasi strumento, i cui aneddoti innescano risate ancora prima di essere raccontati fino in fondo. L’esplosione era inevitabile.
Moltissime le vittime: non si è salvato nessuno dei numerosissimi presenti, tutti travolti dall’onda d’urto di un sound coinvolgente, da un groove infuocato a cui è stato impossibile resistere. Inutile chiamare i soccorsi, ormai è tardi per correre ai ripari. Bisognava prevenire, bisognava evitare di accostare elementi così pericolosi e soprattutto bisognava evitare che proprio qui, nell’Abruzzo già minato dall’aver dato i natali ad uno dei migliori sassofonisti a livello internazionale, avvenisse l’incontro fatale tra due artisti e amici che fanno strage ovunque suonino insieme.
Chi sapeva doveva avvisare. Tra i colpevoli mi ci metto anch’io perché dalle chiacchiere scambiate con loro prima del concerto avrei dovuto intuire che la loro simpatia, l’affetto e la stima che li legano si sarebbero trasformati, una volta saliti sul palco, in un mix travolgente che non avrebbe risparmiato nessuno.
Ma chi sono questi due famigerati dinamitardi che hanno sconvolto i fans del Kabala, uomini e donne peraltro temprati dall’ascolto della buona musica? Prima di rimanerne vittima ho chiesto a Gegè di raccontarmi di Max e viceversa, ovviamente con le mie 15 oziose domande.
Come vi siete conosciuti?
Max: era in una orchestra al teatro Sistina dove io ero nelle file dei sassofoni e tu, Gegè, eri special guest.
Gegè: Sì, era una serie di concerti domenicali a cura di Massimo Nunzi e la sua big band; in seguito abbiamo suonato insieme in un concerto di Ada Pontellanico. Poi alcuni anni dopo, volendo io metter su un’organico mooolto swing e mooolto jazz con due veterani del jazz italiano –i nostri maestri e amici Gegè Munari e Giorgio Rosciglione- chiamai Max perché volevo condividere con lui la gioia della musica. Da allora, sono passati ormai dieci anni, facciamo musica insieme in molte occasioni.
Cosa hai pensato la prima volta che l’hai sentito suonare?
Max: in realtà io Gegè l’ho sentito suonare molti anni prima del nostro incontro perché conduceva su Rai 2 un programma seguitissimo, DOC, ed io, ancora adolescente, ero affascinato dalla sua personalità; si può ben comprendere cosa significa oggi per me questa collaborazione artistica e questa amicizia: la realizzazione di un sogno.
Gegè: Quando si incontrano musicisti con i quali si condivide subito lo stesso linguaggio, ne capisci il background e lo apprezzi, la prima cosa che pensi è: “ma io a questo qui lo conosco da tutta una vita!” Questo è ciò che mi è successo quando ho sentito Max suonare nella big band: c’erano tanti altri musicisti però questo sax tenore spiccava. Una cosa che ho di buono è che mi ricordo sempre di un bravo musicista: prima o poi nella mia memoria, nella mia voglia di musica torna a galla il suo sound; nel caso di Max è stato bellissimo confermare l’esattezza delle mie sensazioni iniziali suonando insieme. Praticamente è stato un amore …al primo orecchio!
Raccontatemi una cosa divertente che vi è successa insieme
Max: Ci sono troppe cose che non si possono raccontare, nel senso che sono tante le esperienze che abbiamo condiviso… Abbiamo fatto tournee insieme persino in Cina con Amedeo Ariano, Dario e Alfonso Deidda. E’ stato il gruppo con cui mi sono divertito di più sul palco e nella vita. Questo è un aspetto difficile della nostra professione: capita in tournee di suonare con musicisti con cui hai un ottimo feeling musicale, ma fuori dal palco non riesci a legare. In questo caso Gegè ha avuto la sensibilità di mettere insieme oltre che bravi musicisti 5 amici che hanno condiviso, divertendosi, ogni minuto della loro giornata.
Gegè: è vero, ed è una cosa che si notava anche nei concerti: a Shanghai siamo riusciti a scatenare 100.000 persone! In un festival in cui il nostro Paese era rappresentato dall’eccellenza del Jazz italiano, Bollani, Fresu, Rea, Pietropaoli… -tutti amici peraltro- il nostro quintetto solare ed allegro spiccava, aveva una marcia in più. E’ che quando fai musica con persone con cui ti diverti sprigioni una energia diversa che si trasmette al pubblico e ti ritorna indietro carica del suo entusiasmo, di quello swing che le persone hanno in sé, nella loro vita.
Fatevi un complimento reciproco:
Gegè: Max, sei sempre stato un bell’uomo ed ogni anno che passa migliori, come mai? Ti sei sottoposto alla chirurgia plastica? Sei dimagrito? Anzi, più passa il tempo più ti trovo bello anche senza il sassofono in mano…
Max: mi devo forse preoccupare?
Gegè: (ridendo): e perché? Noi siamo aperti ad ogni esperienza, noi siamo avanti!
Max: Di Gegè potrei dire tutto e di più, a parte che è una persona straordinaria. Siamo legati da una splendida amicizia e il giudizio, anche a livello professionale, è viziato da questo profondo sentimento. Con Gegè ho imparato tanto, ho imparato soprattutto a stare sul palco, lui ha saputo insegnarmi tante cose senza alcuna necessità di parlare.
Dopo i complimenti fatevi una critica:
Max: Gegè sei troppo ansioso, vuoi partire troppo presto la mattina! Io vorrei dormire un po’ di più.
Gegè: Anche tu, Max, devi essere più rilassato nell’affrontare certi aspetti del lavoro che a volte bisognerebbe vivere con un po’ più di filosofia
Un solo aggettivo per descrivere Max:
Gegè: generosissimo!
Max un aggettivo per Gegè:
Max: difficile con un solo aggettivo… istrionico, come hanno detto i giornalisti
Parlatemi di un tic, di una frase ricorrente, di una cosa che vi aspettate che l’altro faccia in una determinata situazione…
Max: con Gegè non ci sono regole, è imprevedibile! A volte sei a casa, magari di sera a vedere una partita in TV, squilla il telefono, è lui che senza avvisarti ti manda in onda in diretta sulla radio!
Gegè: sinceramente non so rispondere a questa domanda, Max non ha tic è quasi la perfezione assoluta!
Max: beh, una volta mangiavo troppo…
Gegè: e che significa?! tanto mi piacevi lo stesso!
Se Max fosse un animale, secondo te quale animale potrebbe essere?
Gegè: un Labrador. Un cagnolino potrebbe risultare offensivo, ma un labrador no: nuota bene, è affettuoso, giocherellone…ha un sacco di qualità, è peloso -anche max lo è- anzi direi un Labrador a pelo lungo, un Golden retriver che è il mio cane preferito
E invece Gegè che animale sarebbe?
Max: direi un leone perché è capace di tenere la scena sempre, sia sul palcoscenico che fuori. Ci sono stati episodi in cui lui è riuscito a calmarmi, a smussare certe sfaccettature del mio carattere…
Paragona Gegè ad un quadro famoso:
Max: L’urlo di Munch
Gegè: vabbè allora facciamo l’urlo di Monk (Thelonius)!
Paragona Max ad un dipinto:
Gegè: Potrebbe essere un quadro di un artista contemporaneo, di quelli pieni di colore: ho un quadro di Schifano con delle palme che volano circondate da cuoricini. Io Max lo vedo così: una persona innamorata della vita, innamorata della musica. Ecco, ho questa immagine di quel quadro e gliela dedico.
Avete mai litigato?
Max e Gegè: no, mai e neanche discusso…però dobbiamo smetterla, ogni tanto dovremmo anche litigare un po’
Gegè, in quale film vedresti protagonista Max?
Gegè: Con questi baffi e questi occhiali lo vedrei in uno di quei film anni ’70 o in New York New York, come De Niro: musicista bianco messo lì in una orchestra.
Max: stavo pensando anch’io a quel film con te come protagonista! Ho già risposto alla domanda
Vivreste insieme nello stesso condominio?
Max: di questo ne abbiamo già parlato, c’è una villa bellissima vicino alla sua…
Gegè: Magari! Però sia ben chiaro: in un condominio mai! Piuttosto metto a disposizione una parte della mia casa per Max ma in un condominio non ci tornerò mai più: potrei andare d’accordo con Max ma non voglio avere a che fare con altri condomini: sono troppo rumoroso!
Puglia e Abruzzo: in cucina chi vince?
Gegè: è una bella lotta però a me piacciono molto le verdure e da quel punto di vista siamo molto forti noi pugliesi: per il pesce e le verdure siamo imbattibili. La cucina abruzzese è un pò più “wild”, più piccante… è più una cucina d’assalto, da combattimento.
Max: Io mi arrendo perché, senza nulla togliere alla nostra, adoro la cucina pugliese; anche a casa, dal punto di vista culinario, io e mia moglie siamo pugliesi d’adozione
Max, presenta al pubblico Gegè Telesforo:
Max: Signore e signori, questa sera è con noi Gegè Telesforo, il maestro del groove. Anzi direi il sacerdote del groove, perché lui è capace di trasmettere il groove. Groove, swing sono concetti difficili da definire, sarebbe come chiedere a qualcuno di descrivere un profumo… Ecco lui riesce a profumare la sala, anche con una sola nota, una sola parola o un gesto e questa sera ve ne accorgerete!
Gegè, presenta al pubblico Max Ionata:
Gegè: Signore e signori, ladies and gentleman, ho il piacere di presentarvi uno dei migliori sassofonisti del mondo, italiano per caso e soprattutto uno dei miei migliori amici: questa sera per voi l’arte e il talento di Max Ionata!
Gege, vorresti essere Max, e tu, Max, vorresti essere Gegè?
Gegè: Magari! Perché, guarda, mi sono proprio stufato di essere me stesso!
Max: Certo che sì! Non so se ci entrerei ma comunque sì, sarei felice di esserlo!