Chiacchiere, idee e libere associazioni con Nick the Nightfly
di Rossella Quitadamo
Il pubblico di ieri sera era quello delle grandi occasioni: i soci di sempre e quelli nuovi; i musicofili ed i semplici curiosi, quelli che volevano vedere e quelli che volevano farsi vedere, tutti pronti a gustare una di quelle serate-evento della nostra piccola grande città.
Come dargli torto? Ognuno dei musicisti saliti sul palco già da solo avrebbe meritato una data tutta per sé, ed invece -anzi proprio per questo motivo- Claudio Colasazza, Amedeo Ariano, Francesco Puglisi e Jerry Popolo sono anche i compagni di viaggio che Nick the Nightfly attualmente si è scelto per dedicarsi a ciò che ama di più: suonare e cantare a contatto con la gente.
Un quintetto stellare che anche sul palco del Kabala, pur tra qualche inconveniente tecnico, è riuscito a dare il meglio di sé, a divertire divertendosi, a confezionare quel piccolo capolavoro che è ogni concerto ben riuscito.
Borsalino e montatura d’ordinanza, occhi azzurri e sorriso smagliante su un look total black, the Nightfly ha cantato, suonato e intrattenuto il pubblico con professionalità, passione e l’allegria di chi è felice di essere lì a fare ciò che sa fare bene perché è ciò che ama fare.
Se per qualche momento l’onda sonora è venuta tecnicamente meno, di sicuro l’onda musicale -tanto cara a Nick- quella che trasmette emozioni e sensazioni per il tramite delle note, è cresciuta costante per tutta la serata in un riverbero di energia tra il palco e la platea.
Qualcosa di ieri sera resterà in ciascuno di noi, o forse no perché, come dice Nick, “la musica è qualcosa di molto personale che non si può imporre alla gente”; però, perlomeno, possiamo provare ad augurare e ad augurarci una “buona vita” nel senso che gli attribuisce Nick the Nightfly.
Buona Vita!
Poco prima del concerto, tra un selfie e l’altro insieme ai tanti ammiratori e un caffè macchiato con tanto latte da diventare un cappuccino, Nick the Nightfly, sornione, ha risposto così alle mie domande
Immagina di essere in radio: devi presentare il cantante Malcolm McDonald
Nick: Malcolm Mc Donald sono io, cantante e musicista: un ragazzo scozzese fortunato, che fa quello che è la sua passione nella vita, …sì davvero molto fortunato.
Cantante, direttore artistico del celebre Blue Note di Milano, dj e conduttore dell’ormai ventennale programma notturno di Radio Montecarlo: se dovessi scegliere una delle tre attività e rinunciare alle altre…
Nick: Fanno tutte e tre parte della mia vita; io amo tutti e tre questi aspetti della mia attività perché sono comunque tutti collegati con la musica. Se dovessi scegliere continuerei a stare sul palco con la mia band perché lì ho un contatto diretto con il pubblico, canto e suono la mia musica e conosco la gente
Ci sono stati periodi in cui l’attività di cantante è stata relegata al ruolo di hobby per esigenze dettate dalle tue altre occupazioni artistiche?
Nick: No, mai; quando canto e quando suono sono me stesso, è la passione che viene fuori. In qualsiasi circostanza, nei grandi teatri come negli eventi gratuiti, sul palco sono sempre al cento per cento.
Quanto ha favorito la tua “carriera” di cantante il fatto di lavorare in radio e di essere il direttore artistico di uno dei locali più famosi d’Europa?
Nick: La radio sicuramente mi ha dato molta popolarità: la gente che mi sente in radio, viene a vedermi incuriosita per scoprire se sono anche un musicista o solo un dj che vuol fare il musicista. Sì, la radio è un mezzo importante per la mia vita artistica
Quali sono i 3 brani musicali a cui sei più legato?
Nick: Chet Baker “My funny Valentine”, Stevie Wonder “You are the sunshine of my life”, Donald Fagen “The nightfly”
Se potessi scegliere cinque musicisti di qualsiasi epoca e metterli su un palco per un concerto chi sceglieresti?
Nick: Sceglierei la mia band, quella con cui ho inciso il mio disco: Amedeo Ariano alla batteria, Francesco Puglisi al basso, Jerry Popolo al Sax, Julian Oliver Mazzariello al piano, Nick the Nightfly voce
Se fossi uno strumento musicale, quale saresti?
Nick: Mi piace la chitarra e in genere tutti gli strumenti musicali, però sarei senz’altro una voce, lo strumento musicale più antico e immediato, il più bello.
Ciò che ti piace fare è condividere con la gente l’emozione che ti dà la musica. La musica consola, fa compagnia, allevia la solitudine, soprattutto nelle ore notturne, quelle del tuo programma radiofonico. Ti senti in un certo senso un missionario?
Nick: No, sono solo una persona appassionata di musica, ho la fortuna di conoscerla e di poterla condividere. Poi, sai, la musica regala sensazioni molto personali; stai parlando in radio a milioni di persone ma poi ognuno recepisce il messaggio in modo diverso, c’è a chi piace e a chi no: “You can please some of the people some of the time, but you can never please all of the people all of the time”
E dunque l’onda musicale di cui parli spesso…
Nick: La musica è un fatto molto emotivo, che non si può imporre alla gente non è un esercizio intellettuale o di stile, è soprattutto e prima di tutto un’emozione
Tu affermi: “Alcuni dei brani che ho scritto si sono scritti da soli, è come se io fossi lì ad ascoltarli completamente distaccato dal mio corpo mentre tutto passava dalla mente alle mani che avevo sulla chitarra” In quei momenti ti sei sentito “posseduto”?
Nick: Sì, è così! La musica che ti attraversa è un dono, un regalo, è come se si accendesse una luce dentro; tu devi essere capace di catturare quell’emozione quando ti arriva.
Posso andare?
Di già? Aspetta! Chi è la tua musa ispiratrice?
Nick: Ce ne sono tante, è la vita stessa. Tutto ciò che fai nella vita ti tocca, ti scrive dentro, ogni giorno è un’ispirazione.
Amo la musica, amo la vita, sono contento di essere qui al Caffè Letterario…adesso vado!
Dai Nick, l’ultima domanda! Tu auguri a tutti “Buona vita”, ma che cos’è per te la buona vita?
Nick: Quella che io sto facendo! Come ti ho detto sono una persona fortunata perché faccio un lavoro che amo: seguo la mia passione faccio musica e la condivido con la gente che viene a trovarmi. Questa è la buona vita, non il successo economico. Il successo nella vita è fare bene quello che ti piace.
…adesso vado via veramente!